Sembra passato molto tempo dall’ultima volta che Riccardo Muti è venuto a dirigere al Teatro alla Scala, a giudicare dalla fibrillazione con cui il pubblico milanese ha atteso questo ritorno. Eppure, con l’ormai “sua” Chicago Symphony Orchestra, lo ascoltammo solo tre anni fa, nel gennaio 2017, in due concerti fortemente voluti da Alexander Pereira (Catalani, [continua a leggere]
QUEGLI INUTILI CRITICI MUSICALI In questa foto di stamattina, si vede il mio pianoforte verticale, nonché il pavimento sottostante, sommerso di cd. A me fa piacere che continuino a mandarmene, perché dopo anni e anni di radio non ho perso l’entusiasmo dell’ascolto. Però faccio sempre una premessa: “Tu mandamelo. Ma considera che potrebbe finire in [continua a leggere]
A distanza di nove anni dall’ultima rappresentazione (2011), ritorna al Teatro alla Scala Roméo et Juliette di Charles Gounod, con la regia di Bartlett Sher (ripresa da Dan Rigazzi), la direzione di Lorenzo Viotti e l’accoppiata Vittorio Grigolo-Diana Damrau nelle parti dei protagonisti (nel 2011 Juliette era Nino Machaidze, accanto al Romeo di Grigolo, mentre [continua a leggere]
Ieri sera, per la stagione della Filarmonica della Scala, ha fatto il suo debutto scaligero il direttore d’orchestra greco Costantinos Carydis. Classe 1974, formatosi al Conservatorio di Atene e alla Hochschule di Monaco, vincitore del “Carlos Kleiber Prize” nel 2011 (c’è da fidarsi: in giuria, c’erano il compianto Mariss Jansons e Kent Nagano), Carydis è [continua a leggere]
Non è certo facile veder rappresentato Il principe Igor di Borodin al di fuori della Russia, soprattutto a causa della difficoltà nel trovare un cast adeguato e un coro che sia disposto ad affrontare l’arduo lavoro richiesto dal testo russo. Particolarmente preziosa è quindi l’occasione offerta dall’Opéra de Paris, che nella grande sala di Bastille [continua a leggere]
Il Giulio Cesare in Egitto di Händel mancava al Teatro alla Scala dal 1957, quando fu diretto da Gianandrea Gavazzeni: è ritornato in una produzione accolta da un meritato successo, venerdì 18 ottobre (sarà in scena fino al 2 novembre, per un totale di sette rappresentazioni). Non proprio integrale (mancavano 6 arie su 40), [continua a leggere]
Chi frequenta abitualmente il Teatro alla Scala, o il mondo dell’opera in generale, può rendersi conto che gli indici di gradimento sono sempre più soggetti a una spaccatura: da un lato c’è un vasto pubblico che ama riconoscersi nei codici di una forma di teatro popolare com’è l’opera (e in particolare il melodramma ottocentesco); dall’altro [continua a leggere]
Mi perdoni il lettore se inizio questa recensione con una nota personale: quando due anni fa scrissi un libro sui grandi pianisti dell’era recente, inizialmente pensai al titolo Da Benedetti Michelangeli a Sokolov; per poi cambiare la seconda parte, sostituendo Sokolov con Argerich. Non perché consideri la seconda tout court superiore al primo (le graduatorie [continua a leggere]
Dopo la breve pausa estiva, la rentrée scaligera è sotto il segno – come ormai da qualche anno – dell’Accademia del Teatro alla Scala: l’anno scorso, i giovani strumentisti e cantanti avevano affrontato il raro Ali Babà di Cherubini, mentre quest’anno si sono confrontati con un titolo ben più popolare, Rigoletto di Verdi. Scelta comprensibile [continua a leggere]
«Vivi felice»: così Domenico Scarlatti concludeva l’avvertimento al lettore nei suoi Essercizi per gravicembalo. Le due parole mi sono venute in mente ascoltando Lucas Debargue ieri sera nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano, mentre, nel suo recital per Serate Musicali, snocciolava con estrosa grazia ben undici sonate del compositore napoletano. «Non aspettarti, o dilettante o professore [continua a leggere]
Sulla Chovanščina di Musorgskij ascoltata il 6 marzo alla Scala. Indubbiamente una delle serate più emozionanti vissute nel Teatro milanese. Partiamo dalla direzione di Valerij Gergiev: credo di non aver mai sentito dall’orchestra scaligera un suono così viscerale, profondamente vissuto, e al contempo così rifinito nei colori. Stavolta Gergiev ha provato molto. E lo ha [continua a leggere]
Teatro alla Scala, 18 febbraio 2019 – Ancora una volta, nonostante lo sgretolarsi della sua forma fisica, ascoltare Maurizio Pollini dal vivo si rivela per me un’esperienza tutt’altro che deludente. Se si pensa al numero di pasticci e al rallentamento dei (già mitici) riflessi del pianista milanese, verrebbe da dire: perché non ha fatto come [continua a leggere]
Il 6 ottobre 2018 ho ascoltato Ivo Pogorelić a Casale Monferrato. Basandomi unicamente sul mio sentire, sulle mie percezioni epidermiche, non posso dire che Pogorelić sia il “mio” pianista. L’ho ascoltato tante volte e non sono mai uscito dalla sala con quello stato di trasfigurazione che ti lasciano alcuni concerti (per la verità ciò accade [continua a leggere]
Non vorrei mai dover scrivere articoli di questo genere, davvero. Mi piacerebbe pubblicare solo cose belle e positive per la musica, su questo blog. Parlare di arte e magia. Ma non si può. La cronaca (e la crisi) incalzano inesorabilmente.Eccomi, dunque, pubblicare un documento che mi stringe letteralmente il cuore, e che non avrei mai voluto dover leggere. Consultate il sito istituzionale del Conservatorio per rimanere aggiornati su questa dolorosa situazione: http://www.consmilano.it/.
Che dire? Stiamo distruggendo una delle cose più belle e preziose del nostro paese: la musica. La nostra tradizione. La scuola della musica, la fucina dei talenti. Ricordo solo qualche nome, a caso, tra quelli di centinaia e centinaia di musicisti famosi, che tutto il mondo ci invidia, formati tra le mura di questo Conservatorio, il più grande e il più famoso tra i Conservatori italiani: Puccini, Mascagni, Ponchielli… Riccardo Muti, Maurizio Pollini, Claudio e Marcello Abbado, Luciano e Riccardo Chailly, Daniele Gatti… c’è davvero bisogno di continuare? Si vuole davvero far sì che del magnifico Conservatorio di Milano resti solo il ricordo, un dorato e doloroso ricordo dello splendore che fu?
Ministero dell’Università e della Ricerca Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica CONSERVATORIO DI MUSICA “Giuseppe Verdi” di MILANO Via Conservatorio, 12 – 20122 Milano – tel. 02-7621101- fax 02-76014814 MOZIONE DEL CONSIGLIO ACCADEMICO Seduta del 23 ottobre 2008 Il Consiglio Accademico del Conservatorio di Milano, preso atto del taglio del 40% dei finanziamenti ministeriali che va ad aggiungersi alla mancata attuazione dell’articolo 5 della Legge 508/99 e successive modifiche ed integrazioni con la conseguente pluriennale mancata attribuzione di finanziamenti per la gestione ordinaria dell’immobile, SEGNALA con viva preoccupazione l’attuale grave situazione di crisi finanziaria, crisi tale da mettere in serio dubbio il corretto funzionamento di tutta l’offerta formativa e didattica. Si sottolinea che già da tempo tagli e inadempienze hanno costretto questo Conservatorio ad aumentare le rette a carico degli studenti e ad utilizzare, per le spese vive di gestione (bollette, etc.) fondi in realtà destinati alla didattica, ivi compresi quelli provenienti dalle rette stesse. IL DIRETTORE Bruno Zanolini
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