Nei mesi scorsi abbiamo avuto molte volte modo di parlare dei famigerati tagli al FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo), operati dal governo, e delle relative e vibranti proteste da parte degli operatori del mondo dello spettacolo.
Alla Mostra del Cinema di Venezia, che è in corso di svolgimento, si sono rinnovate dichiarazioni e prese di posizione molto nette di tutta la gente del cinema contro questi tagli.
Ed ecco che ci ha pensato il Ministro Brunetta a gettare olio sul fuoco: a poche ore dalla fine della Mostra internazionale del Cinema di Venezia, il Ministro della Pubblica amministrazione e dell’Innovazione – ieri, nel suo intervento alla scuola di formazione del Pdl a Gubbio – ha dato dei “saggi” consigli al suo collega Sandro Bondi, responsabile dei Beni culturali, presente in sala.
Ecco i video integrali del suo intervento (quello con i passaggi di cui parliamo qui è il secondo – i video li ho trovati su YouTube, i commenti non sono miei, ma di chi li ha pubblicati, se li visualizzate direttamente con Youtube potete leggere tutto), seguito dal riassunto di alcune sue testuali dichiarazioni, nelle quali ha sparato ad alzo zero contro il cinema italiano. I tagli al Fondo Unico dello Spettacolo, per lui, sono giusti.
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“Esiste in Italia un culturame parassitario vissuto di risorse pubbliche che sputa sentenze contro il proprio Paese, ed è quello che si vede in questi giorni alla Mostra del Cinema di Venezia.
Bene fai Sandro a chiudere quel rubinetto del Fus”.
Il Ministro ha proseguito parlando di “registi che hanno ricevuto 30/40 milioni di euro di finanziamenti incassando in tutta la loro vita 3-4 mila euro. Questi stessi autori nobili, con l’aria sofferente, ti spiegano che questa Italia fa schifo…Solo che loro non hanno mai lavorato per avere un’Italia migliore”.E’ toccato poi ai “parassiti dei teatri lirici: i finti cantanti, scenografi che non si sono mai confrontati con il mercato, tanto Pantalone pagava. A lavorare…”.
E ancora: “Ci sono orchestrali che mettono insieme orchestre che suonano poco per avere sussidi statali e poi si fanno il complessino loro“. (!)
E infine: “Questo è un pezzo di Italia molto rappresentata, molto ‘placida’ e questa Italia è leggermente schifosa.”
La scelta dell’aggettivo “placida“‘ non era evidentemente affatto casuale dopo che Michele Placido, a Venezia con il suo film sul ’68, Il grande sogno, si è reso protagonista di una polemica che dalla casa di produzione Medusa si era estesa a Berlusconi (aveva dichiarato di non averlo mai votato, anche se aveva prodotto il suo film con la Casa Medusa, di proprietà, per l’appunto, del nostro Presidente del Consiglio). Il riferimento di Brunetta era ovviamente diretto a Michele Placido e Citto Maselli, che hanno toccato con i loro film “temi” che ovviamente non sono fra i più graditi a chi governa l’Italia.
A sottolineare la trasformazione del Ministro Brunetta, in peggio, in un facsimile del suo Presidente del Consiglio, ci ha pensato l’ex Presidente di RAI Cinema, Giuliano Montaldo, secondo il quale l’idea di spettacolo dell’esponente politico sarebbe coincidente con la presenza, a Venezia, di Noemi Letizia.